I corso “la storia che cammina” tenuto nella primavera di ogni A.A. dall’archeologo Maurizio Molinari nel 2021 ci ha portato a scoprire la storia dei confini dell’Emilia Romagna e dei suoi territori dove, dall’inizio della cristianizzazione, si son avvicendati grandi velleità di potere e semplici quotidianità.

Oggi passiamo per strade e rioni senza conoscerne il passato: scoprirlo è….fantastico!

Nel corso delle escursioni è poi godibilissima l’occasione per i curiosi di assaporare piatti tradizionali …..per i più golosi.

I contesi confini tra Emilia e Romagna: sapevate che il governo del Comune di Bologna riusci a strappare ad Imola una fetta di fertile territorio agricolo tra il corso del Sillaro e la Valsellustra spostando il primo nel secondo? E quante contese, che spesso si dirimevano presso Castel Guelfo, Bubano, Bagnara, tra Imola, Bologna, Faenza, Forlì, Ravenna e Ferrara, tutte governate da famiglie o potentati avidi di controllo su terre ed acque.

Il retroterra ferrarese era compreso in quello Ravennate – a Classe era di stanza regolarmente la flotta imperiale – e fu alla fine dell’impero romano e poi negli anni della prima cristianizzazione percorso di commerci e di pellegrinaggi. Qua si insediarono importanti famiglie che gestivano per conto dell’imperatore terre fertili anche se soggette a inondazioni fluviali ed accanto alle località sono emerse necropoli con notevoli corredi. Le invasioni barbariche fecero sorgere borghi fortificati alcuni dei quali diventarono cittadine. Una volta fondata Ferrara sul Delta del Po, i territori a poco a poco bonificati e fonti di redditi, i ricchi mercati ed i pellegrinaggi portarono ancora una volta queste terre a gorverni di ricche famiglie: la più famosa quella degli Estenzi che disseminarono le “delizie”, dimore spesso sontuose per controllare i possedimenti e per godere del fasto di cui si circondavano.

 Ferrara era anticamente sul delta padano, con acque navigabili per commerci: fin dal tempo dei romani ci fu un castrum che diverrà un borgo fortificato che intraprendenti mercanti resero appetibile via via come polo di scambio, negli stessi tempi in cui comunità cristiane si insediarono e consolidarono il loro culto con la fondazione di basiliche. Poi gli Estensi a consolidare un potere in un territorio fino al allora acquitrinoso e poco ospitale ma divenuto fertile dopo le bonifiche; una famiglia orgogliosa ed avida a reggere le redini di una corte che volle primeggiare con le grandi d’Europa per magnificenza (Palazzo Ducale) e cultura. Oggi i canali che attraversavano la città fino dinanzi al Duomo sono coperti: la toponomastica ricorda antichi assetti urbani ed attività dell’uomo.

Borghi e castelli che sono nati e scomparsi alla memoria storica, oggi spesso ritrovati da Maurizio Molinari, spulciando antichi documenti, memorie di famiglia o volteggiando a volo d’uccello con alianti o droni sul nostro territorio, a scoprire tracce di diversificazione vegetale sotto cui giacciono sepolte evidenze murarie dei perduti manieri.