Introduzione

Amman

La capitale della Giordania ha in sè i diversi variegati aspetti mediorientali.
La popolazione onora gli stranieri col tipico
senso arabo dell’ospitalità
e i mercati sono un tripudio di colori,
come gli artefatti che si possono ammirare nel
Museo della cultura araba.
Testi a cura della dott.ssa Daniela Ferrari e Patrizia Merletti; foto per gentile concessione della dott.ssa Sandra Zanardi

Amman, storia della Giordania e museo

Museo Archeologico della Cittadella. Visita per comprendere le diverse epoche preistoriche, protostoriche e storiche che si sono sviluppate in Giordania.
Paleolitico; Neolitico (statue di Ayn Ghazal formate da uno scheletro di canne ricoperto di intonaco – 7000 a.C. circa; crani con applicazioni in argilla);
età del Rame (5000-3200 a.C. circa); età del Bronzo (3200-1200 a.C. circa).
Con l’età del Ferro (dal 1200 a.C.) si assiste alla presenza in Giordania di tre popoli. A nord gli Ammoniti (arrivati già verso il 2000 a.C.), al centro i
Moabiti; a sud gli Edomiti.
L’area siro-palestinese conobbe, a partire dal IX secolo A.C., periodi di dominio straniero: assiro (dal’800 circa al 612 a.C.), babilonese (612-539 a.C.), persiano (539-333 a.C.).
Nel IV secolo a.C. (332 a.C.) l’area siro-palestinese fu conquistata da Alessandro Magno; dopo la sua morte la Giordania entrò a far parte del regno dei Tolomei e le città di Rabbat Ammon (attuale Amman), Gàdara, Pella, Gerasa conobbero momenti di fioritura senza precedenti.
Nel 198 a.C. i Seleucidi sottrassero ai Tolomei il mondo siro-palestinese, e quindi anche la Giordania, ed imposero un governo dispotico.
Durante i conflitti tra Israeliti e Seleucidi i Nabatei, un popolo nomade proveniente dalla Penisola Araba, s’installarono in Giordania e raggiunsero grazie ad una
straordinaria capacità commerciale l’apice del proprio sviluppo economico.
Tra il 64 e il 63 a.C. Gneo Pompeo Magno conquistò tutta la regione siro-palestinese fondò la Provincia romana di Siria alla quale fu annessa la Giordania.
Nel 395 Teodosio I divise l’Impero romano in due parti assegnando la Giordania all’impero romano d’Oriente, la cui capitale era Bisanzio.
Nel VI secolo l’imperatore Giustiniano delegò il controllo della Giordania, della Palestina e della Siria ai Ghassanidi, Arabi cristiani fedeli ai sovrani d’Oriente, giunti
nelle terre di Costantinopoli nel 250.
Agli inizi del VII secolo, travolto l’esercito bizantino, gli Arabi, sotto la bandiera dell’Islam occuparono tutta la regione.
Da ricordare in Museo anche i sarcofagi filistei. I Filistei furono una popolazioneì indoeuropea che si stanziò verso il 1200 a.C. nella terra che successivamente, da
loro, prese il nome di Palestina.
Anche qua un fiorente periodo Bizantino con la chiesa a tre navate sulla Cittadella.
All’ultimo capitolo la visita al Museo di Amman della Giordania.

Gàdara (Umm Qais)

Città di origine semitica, rifondata all’epoca di Alessandro Magno e dei Tolomei, ma di cui si vedono resti di epoca romana.
Città della Decapoli, una confederazione di dieci città mediorientali. Nell’antichità Gàdara era situata in una posizione strategica, collegata ad una serie di importanti
rotte commerciali che collegavano la Siria e la Palestina. Indagini archeologiche hanno dimostrato che Gàdara fu occupata già nel VII secolo a.C. La città raggiunse il culmine della prosperità in epoca romana imperiale, nel II secolo d.C. Furono costruite nuove strade colonnate, templi, teatri e terme.
Il Cristianesimo si diffuse lentamente; durante il VI secolo iniziò il declino che la portò progressivamente all’abbandono.
Museo Archeologico: materiali provenienti dalle città, dalla necropoli (porte delleìtombe) e una grande statua in marmo bianco senza testa di Tyche, dea della fortuna e della città.
Percorso: teatro nord (o orientale); in lontananza collina con resti del Tempio di Zeus Olimpio; decumano; [dal decumano viste le alture del Golan]; ninfeo; [chiesa
bizantina*]; tomba monumentale; teatro sud (o occidentale); botteghe bizantine.

Iraq al- amir

Palazzo di Ircano, primo venticinquennio del II sec. a.C. Fatto costruire da Ircano, della famiglia dei Tobiadi, esattore delle tasse in Fenicia e Celesiria per conto dei
Tolomei d’Egitto. Il palazzo è in realtà un padiglione per svago di un complesso palaziale che comprendeva anche altri due edifici. Il padiglione fu costruito al centro
di un lago artificiale e trova confronti con il palazzo “galleggiante” di Tolomeo IV (221-205 a.C.), costruito ad Alessandria d’Egitto. Il palazzo come insieme di padiglioni rimanda al mondo persiano; le decorazioni rivelano un’influenza orientale (leoni e leonesse) e greco-ellenistiche (fregio a metope e trìglifi e nei timpani che concludevano in alto la facciata).

Gerasa

Città fondata nel IV secolo a.C. da genti di origine semitica, fu popolata in epoca ellenistica da veterani macedoni di Alessandro Magno e fu un fiorente centro di commerci. Entrata nella sfera d’influenza romana a partire dagli ultimi decenni del I secolo a.C., la città fu una delle principali metropoli della Decapoli.
Occupò una posizione chiave negli scambi commerciali a breve e a vasto raggio.
Nel I e II secolo d.C. raggiunse l’apice della prosperità. Dopo una fase di “decadenza tra il III e il IV secolo a.C., Gerasa, divenuta cristiana, visse ancora una breve epoca di benessere. Abbandonata all’epoca delle crociate.
Percorso: Arco di Adriano; [Chiesa di Mariano*]; Ippodromo; Porta sud o di Philadelphia; tempio di Giove; Piazza Ovale; cardo; Macellum; Tetrapylon Sud;[ingresso area Cattedrale*]; ninfeo; scalinata tempio di Artemide; Tetrapylon Nord (visto da lontano); Porta Nord o di Damasco (vista da lontano); Teatro Nord;
terrazza superiore del tempio di Artemide; [chiese bizantine (Santi Cosma e Damiano, San Giovanni Battista, San Giorgio]*; Teatro Sud.
Periodo Bizantino Chiesa di Mariano; tre chiese bizantine (San Giovanni Battista, Santi Cosma e Damiano, San Giorgio; dall’alto della collina con più monumenti], Cattedrale.

Periodo Arabo

Agli inizi del VII secolo, travolto l’esercito bizantino, gli Arabi, sotto la bandiera dell’Islam, occupano tutta la regione e dominarono dal 629 circa fino al 661, anno in cui avvenne la scissione tra Sunniti e Sciiti. La Giordania si schierò con la maggioranza sunnita e sostenne l’ascesa al trono di Muawiyyah, primo califfo omayyade.
Il periodo omayyade si colloca al 661-750. Nel 750 gli Omayyadi furono deposti dalla seconda dinastia califfale della storia islamica: gli Abbasidi che si trasferirono a Baghdad. Nel 969 la Giordania passò sotto il controllo dei califfi fatimidi d’Egitto; nel 1071 i Fatimidi furono deposti dai Turchi selgiuchidi. Papa Urbano II, temendo che i Selgiuchidi potessero avere il controllo sul Vicino Oriente, decise di promuovere una spedizione militare per “liberare” i luoghi santi della Palestina: fu così organizzata la Prima Crociata. Nel 1099 nacque il Regno di Gerusalemme che comprendeva la Palestina e gran parte della Giordania.
Nel 1171 Saladino, il grande condottiero musulmano, depose l’ultimo califfo fatimida e diventò sultano d’Egitto con Il Cairo come capitale. Alla sua morte la Giordania fu spartita tra i tre figli. Si formò poi una casta militare, i Mamelucchi, di origine curda o circassa, che seppe imporsi facilmente sugli staterelli in cui divisa la Giordania, formando un unico grande Stato che andava dall’Egitto all’odierno Iraq.
A sua volta questo Stato fu decimato da lotte interne delle quali approfittarono i Turchi Ottomàni, Gli Ottomani nel 1516 vinsero i Mamelucchi e nel 1517 conquistarono anche l’Egitto. Il governo del nuovo padrone non fu benefico per la Giordania che fu definitivamente esclusa dalle vie carovaniere e fu annessa insieme alla Palestina alla circoscrizione amministrativa di Beirut. Fino alla Rivoluzione Araba nel Novecento (1916-1918), la storia della Giordania seguì le vicissitudini dell’Impero Ottomano.
Amman Cittadella: cisterna; palazzo omayyade, edificato probabilmente all’epoca del califfo ‘Abd al-Malik (685-705) per ospitare il governatore omayyade di Amman; moschea omayyade con piazza antistante, probabile mercato con botteghe.
Museo Archeologico: sala dedicata alle antichità islamiche.

Bethania

Riconosciuto come il luogo del Battesimo di Gesù.
Visti due siti: il primo, sulla collina di Elia nel wadi Kharrar, con resti di vasche per il battesimo a immersione; Monastero di Rotorius; Chiesa Nord; Chiesa della Grotta; Sala della Preghiera; Chiesa di San Giovanni Paolo I). Presenti testimonianze archeologiche di IV secolo d.C. Le chiese sono datate in generale tra V e VI secolo.
Nel secondo sito sono visibili la Chiesa di San Giovanni Battista, realizzata alla fine V-inizi VI secolo, e la “vasca” in cui si ritiene sia stato battezzato Gesù.

Madaba

Chiesa di San Giorgio con mosaico cosiddetto “Carta della Palestina”. La Carta si estendeva dal Delta del Nilo al Libano e dal deserto al Mar Mediterraneo, che sono i limiti geografici della terra promessa ad Abramo. Le parti superstiti includono 157 località corredate dai nomi scritti in greco, le caratteristiche architettoniche dei principali centri abitati e molti dettagli orografici.
E’ un documento di straordinaria importanza storiografica!

Monte Nebo

Il Monte Nebo è una cresta montuosa alta 817 m s.l.m.: secondo le tradizioni ebraico-cristiane, Mosè fu sepolto su questa montagna. L’esistenza di una chiesa del IV secolo in questo luogo è stata menzionata per la prima volta dalla pellegrina Egeria che, recatavisi in pellegrinaggio nel 393, nel diario del suo viaggio descrive con dovizia di particolari santuari e riti religiosi della Terra Santa. Nel V secolo fu aggiunta una navata nel lato nord, seguita dalla prima cappella del Battistero, ornata di mosaici nel 531. Nel 597 a.C. il pavimento musivo e il battistero furono obliterati e fu costruita una nuova cappella con fonte battesimale circolare nel lato sud della
Basilica. Nel medesimo periodo, attorno alla chiesa, fu costruito un grande monastero bizantino.

Petra dei Nabatei

Capitale del regno dei Nabatei (che si estendeva, da nord a sud, dalla regione siriana di Hauran fino al golfo di Aqaba e nell’Arabia Saudita fino a Hegra, attuale Medain ed-Saleh). L’area fu abitata prima dagli Edomiti; successivamente dai Nabatei, popolazione di stirpe araba, proveniente o dall’Arabia settentrionale o dall’Arabia nord-occidentale.
La loro presenza Petra è sicuramente documentata dal 312 a.C. (attestati però già nel V o IV secolo a.C.). L’autonomia del regno finì nel 106 d.C. con l’annessione
definitiva all’Impero Romano. La città conobbe una sorprendente fioritura urbana tra la seconda metà del I secolo a.C. e il I secolo d.C. Da ricordare che gli interventi
di epoca romana del II secolo d.C. Le fonti classiche ricordano i Nabatei come un popolo abituato a sopravvivere nel deserto grazie alla capacità di scavare riserve d’acqua sotterranee, invisibili agli stranieri.
La vita della città, dopo un disastroso terremoto del IV secolo a.C., continuò in epoca cristiana fino al VI secolo. I terremoti del 551 e del 747 distrussero definitivamente la città, occupata in seguito solo dalla temporanea presenza di un fortilizio crociato.
Museo Archeologico: alcuni elementi architettonici nabatei (capitello con corna, con volute a testa di animale); resti di abitazioni (frammenti di intonaci parietali
dipinti, di mosaici pavimentali, di decorazioni architettoniche con tracce di pittura); ceramiche, in particolare quella nabatea detta “guscio d’uovo”; grande cratere in
marmo frigio, con anse configurate a pantera.
Percorso: tre cosiddetti dijnn (tombe non finite ?); Tomba degli Obelischi; diga all’ingresso del Siq; Siq con Arco romano; nicchie con betili; canalizzazione con tubi in terracotta; scultura con raffigurazione di una carovana; Tomba el- Khazneh; tombe a torre con decorazione architettonica a merli o a scala; teatro; Tomba dell’Urna; Tomba della Seta; Tomba Corinzia; Tomba Palazzo; Chiesa bizantina con Battistero; da lontano colonne in granito blu del Vescovado bizantino; dall’alto Grande Tempio o Tempio Sud (probabile Palazzo reale con di fianco giardini e specchio d’acqua); tempio detto Qasr el-Bint (= “Castello della ragazza”); Tempio dei Leoni Alati.
Periodo Bizantino Colonne in granito blu del Vescovado; chiesa bizantina (fine V-inizi VI secolo a.C.) con quadriportico all’ingresso e fonte battesimale con vasca a croce. All’interno mosaico pavimentali con raffigurazioni di animali, Quattro Stagioni e gabbia aperta con uccellino che vola via.

Beidha

Il sito è stato occupato una prima volta intorno al 9000 a.C.; una seconda volta tra il 7000 e il 5000 a.C.; successivamente fu rioccupato dai Nabatei tra il 300 A.C. e il 100 d.C. I resti visibili testimoniano il secondo momento, molto importanti perché mostrano il passaggio dell’abitazione dalla forma circolare a quella rettangolare.

Piccola Petra

Sobborgo di Petra con abitazioni, destinato a ospitare commercianti delle diverse carovaniere. Nel I secolo a.C. la parte centrale della valle (Siq al-Barid = “canyon freddo”) fu trasformata in un’area a destinazione pubblica, con la costruzione di alcune grandi sale per i pasti (triclini). Nel 2010 è stato scoperto un biclinium (detto anche “Casa dipinta”), composto dalla sala da banchetti e da un piccolo ambiente soprelevato in cui sono visibili dipinti raffiguranti uva, viti e Eròti (Amorini) e una testa probabilmente di Iside, raro esempio di pittura ellenistica di I secolo d.C. Le ultime ipotesi lo riconoscono come probabile luogo sacro dedicato alla dea Iside, in cui si consumavano anche banchetti sacri in onore della divinità.

Wadi Rum

“Nel deserto come nell’oceano bisogna continuamente muoversi, e così lasciare che il vento, vero padrone di queste immensità, cancelli ogni traccia del nostro passaggio, renda di nuovo le distese d’acqua o di sabbia, vergini o inviolate”.
A. Moravia – da Lettere dal Sahara

A sud di Petra, le falesie rocciose presentano una variegata cromia di rossi per frastagliate formazioni rocchiose di alternanze di sabbie e graniti cristallini da antichi fondali marini. Le più recenti scuole paleontologiche ci dicono che l’Homo erectus, proveniente dall’Africa sia di qui transitato per l’Europa e l’Oriente; prima dell’ultima glaciazione il paesaggio era certamente diverso: ampie vallate irrigate da corsi d’acqua ed un clima mite. L’uomo ha beneficiato così di un Habitat favorevole per caccia, pastorizia e agricoltura: attorno al IX millennio a.C. si datano agglomerati di capanne circolari e quando le condizioni ambientali divennero meno lussoreggianti, con la domesticazione dei camelidi, lo Wadi resterà una via per gli scambi commerciali.

Mar Morto

In una depressione naturale è il ricordo di un antico mare: l’isolamento dovuto all’innalzamento delle terre tra Mediterraneo e fiume Giordano e l’evaporazione
hanno innalzato la sua salinità. E’ oggi luogo di ristoro e relax per i viaggiatori.

Museo Archeologico della Giordania di Amman

Riepilogo dell’archeologia del Paese, dal Paleolitico all’età Bizantina.
Nell’ingresso rilievo con Dea della vegetazione, proveniente dal santuario di Khirbet et-Tannur. Seguono poi i reperti divisi (più o meno) in ordine cronologico.
Paleolitico: schema generale.
Neolitico (9000-5000 a.C.): statue di Ayn Ghazal (7000 a.C. circa); strumenti quotidiani, tra cui un falcetto; cranio ricoperto con argilla (8800-6900 a.C.); frammenti di pittura in rosso da Baja, rinvenuta in una stanza contenente una camera sepolcrale (8800-6900 a.C.); ricostruzione di una casa di Ayn Ghazal.
Età del Rame (5000-3200 a.C.): pittura parietale da Teleilat Ghassul, rinvenuta in un edificio che poteva essere o una abitazione di un sacerdote o un luogo di
culto. La pittura, definita “La Processione” (3800-3600 a.C.), presenta figure umane diretta verso un edificio non identificato, probabilmente un tempio, collocato a sinistra.
Età del Bronzo (3200-1200 a.C.): scatola con intarsi in avorio (spostata nella mostra all’ingresso – 1650-1550 a.C.), testimonia influenza egizia; ceramiche locali; ceramiche straniere, documentanti i commerci con il mondo egizio, cipriota e miceneo; il regno dei Moabiti: stele di Balu’ (XIII secolo a.C.) con raffigurazione di
un re che riceve il potere da due divinità. Il re indossa la corona con le corna, la prima divinità la corona azzurra del faraone (era un casco da guerra), la seconda la
corona egizia atef.
Età del Ferro (dal 1200 a.C.): stele di Mesha (830-805 a.C.), ricorda Mesha, un re di Moab, che sconfisse re ebrei, conquistando i territori a nord dell’Arnon; statua di un re ammonita, con corona egizia atef (fine VIII-inizi VII secolo a.C.); testa di una divinità con corona egizia atef (VIII secolo a.C.); sarcofago antropoide (cosiddetto tipo filisteo – tra X e VII secolo a.C.); altare di culto di Astarte (1200-1000 a.C.).
Comunicazione scrittura: sala dedicata alle diverse scritture semitiche e all’alfabeto; Testo di Bal’am inì aramaico (800 a.C.).
Periodo ellenistico (332-63 a.C.): sito di Iraq al-Amir; ceramiche e monete dal III al I secolo a.C.
Regno nabateo: copia del mosaico pavimentale esposto al Museo di Petra (metà I secolo d.C.); facciata del tempio di Khirbet ed-Dharih con figure collegate
allo zodiaco (100 d.C. circa); cornice di finestra o nicchia (I-II secolo d.C.).
Periodo romano (63 a.C.-inizi IV d.C.): statua di Apollo, copia datata all’inizio del II secolo d.C. di un originale del IV secolo a.C. realizzato dallo scultore Prassitele.
Rotoli del Mar Morto: documenti scritti tra il III a.C. e il I d.C. rinvenuti a Qumran. Tra questi, da notare l’unico rotolo realizzato in rame. Contengono alcune delle più antiche copie conosciute di libri biblici, oltre a inni, preghiere e altri scritti importanti. La maggior parte degli scritti è in ebraico antico, ma ci sono anche testi in aramaico, greco e nabateo.