Una mostra esaustiva e sontuosa con 1400 oggetti provenienti da tutte le aree italiane dalla Pianura Padana alla Campania, frutto di campagne di scavo e studi recenti.

12 febbraio 2020 – Bologna

Il viaggiare era funzionale al commercio.

Occorreva perciò scoprire rotte per procurare materie utili o oggetti del desiderio e stabilire teste di ponte per gli approdi delle navi che trasportavano oltre che all’equipaggio che le governava, anche merci da scambiare con prodotti non reperibili nelle terre natie e saper difendere i carichi con armi adeguate. Splendidi esempi di armi sono stati ritrovati in corredi funerari il più delle volte maschili o nel depositi sacrali ad onorare gli dei.

Per il Viaggio nel mondo degli antenati.

Accanto alla salma del defunto erano riposti  oggetti ispirati per tipologia al quotidiano nella vita reale ma per la scelta dei materiali, delle forme e dell’ornato divenivano spesso vere opera d’arte.    Ciò che doveva adornare il corpo o le urne cinerarie era fatto di stoffe frutto della perizia di abili tessitrici. La cura del corpo era assicurata da profumi, unguenti, sostanze medicinali contenute in balsamari di forme e materiali fantasiosi e provenienti anche da lontane terre. Gioielli ornavano la salma ed erano realizzati con metalli – lavorati con tecniche come sbalzo, incisione e granulazione -, con applicazioni di vetri, ambre e minerali rari.    Il corredo per i militari, in genere appartenenti agli alti ranghi della comunità, comprendeva armi per difesa ed offesa, armature per il corpo e per la protezione dei cavalli, preziosi compagni nella vita e poi nel al di là. Anche questi ultimi, con ricche bardature, animavano le scene dipinte sulle pareti degli ipogei funerari, dove erano rappresentate vivaci scene di convivi, condivisi con ospiti ed allietati da musiche e danze.Accanto alla salma del defunto erano riposti  oggetti ispirati per tipologia al quotidiano nella vita reale ma per la scelta dei materiali, delle forme e dell’ornato divenivano spesso vere opera d’arte.    Ciò che doveva adornare il corpo o le urne cinerarie era fatto di stoffe frutto della perizia di abili tessitrici. La cura del corpo era assicurata da profumi, unguenti, sostanze medicinali contenute in balsamari di forme e materiali fantasiosi e provenienti anche da lontane terre. Gioielli ornavano la salma ed erano realizzati con metalli – lavorati con tecniche come sbalzo, incisione e granulazione -, con applicazioni di vetri, ambre e minerali rari.    Il corredo per i militari, in genere appartenenti agli alti ranghi della comunità, comprendeva armi per difesa ed offesa, armature per il corpo e per la protezione dei cavalli, preziosi compagni nella vita e poi nel al di là. Anche questi ultimi, con ricche bardature, animavano le scene dipinte sulle pareti degli ipogei funerari, dove erano rappresentate vivaci scene di convivi, condivisi con ospiti ed allietati da musiche e danze.

Le necropoli di Chianciano

Il territorio di Chianciano, oltre alle terme, ha dato un contributo documentale archeologico interessantinssimo – ricordiamo la tomba affrescata della “Quadriga infernale”. In mostra, da una sepoltura del VII sec. a. C., in migliaia di pezzi, un urna, che dopo anni di paziente restauro ricostruttivo– un eccellenza tutta italiana -, è un unicum: corpo e coperchio ornati da grifoni e “uomini grifoni” che rimandano a modelli iconografici che ritroviamo in tempi molto antichi in Anatolia. Deliziose le urne cinerarie “a canopo”; grandiose in terracotta dipinta le decorazioni dei tetti non solo di templi ma anche per residenze di “principi” da Murlo.

Una recente scoperta in via delle Belle Arti a Bologna

Recentissima scoperta in via delle Belle Arti a Bologna.
In questa sepoltura evidentemente di una personalità di altissimo rango, per la natura del terreno molto umido, si sono conservati splendidamente gli arredi lignei dell’ipogeo che accoglieva i resti del defunto: seggio, poggia piedi per l’urna cineraria “seduta su un seggio”, un tavolino delizioso per il banchetto, un appendi tazze per simposio tutti in legno scolpito, oltre ad altri oggetti per uso domestico.

Accessori di lusso

Per l’ostentazione del rango e l’eleganza del look della persona, squisite produzioni per accogliere unguenti, profumi; per l’abbigliamento accessori e gioielli, per il quotidiano e, nel pubblico, per promuovere od ostentare il proprio potere: i preziosi, oggetti splendidamente rifiniti dall’abilità di maestranze locali o frutto di esotiche tradizioni artistiche per gusto o materiali provenienti dall’Oriente, dal Nord Europa o dall’Africa.

IL RITRATTO

Se nei primi secoli (VII-V a. C.) la figura umana si rifà a thopos orientalizzanti di origine egea ed anche il volto (nelle rappresentazioni funerarie in particolare) del personaggio uomo o donna si configura attraverso modelli, nel periodo più tardo la fisionomia del soggetto si caratterizza sempre più prepotentemente, a scoprire anche gli aspetti caratteriali oltre descrittivi del volto del soggetto. Si anticipa così la ricca tradizione romana che oltre ad esser a uso funerario e cultuale, vedrà nel ritratto dei potenti un mezzo di consolidamento della propria egemonia, fino al periodo imperiale, su in territorio sempre più vasto.

CERAMICA

   Quando si pensa agli etruschi viene da pensare al bucchero, una tecnica di cottura ceramica che permetteva di realizza pezzi che si assimilavano per colore nero e lucentezza al bronzo, che in oriente era già diffusissimo nella realizzazione di oggetti come vasi, coppe, ecc.     Ma accanto a tale produzione ci fu anche l’uso della ceramica per realizzare coppi per tetti, artefisse e manufatti spesso coloratissimi che ornavano templi e case delle classi più abbienti.  Vi erano ceramiche per i servizi da cucina e mensa quotidiana ma quelle che stupiscono era i grandi servizi da parata per il convivio – il momento in cui si banchettava e libava, al suono della musica, in compagnia di invitati o congiunti, per onore degli ospiti importanti, per consolidare rapporti politico-economici od onorare defunti.