Appunti e commenti

Università Aperta accoglie molto volentieri i contributi dei soci, dei docenti, degli iscritti ai corsi e di quanti altri seguono le nostre attività.

2022

I cani rappresentano per la nostra esistenza un dono prezioso ormai da migliaia di anni.

Sono infatti capaci di riempire la nostra vita di amore e nuove esperienze, ma richiedono, inderogabilmente, un grande impegno. Cani, gatti, furetti e altre specie che popolano le nostre case non sono giocattoli, bensì̀ esseri senzienti di cui, al momento dell’adozione, diventiamo pienamente responsabili.
Nello specifico, l’arrivo di un cane in casa può̀ considerarsi una grande opportunità̀ per tutta la famiglia, sia da un punto di vista educativo, sociale che biologico. Grandi e piccini possono trarne numerosi benefici, ma affinché́ questa convivenza sia serena è necessario che gli adulti imparino con i propri figli prima di tutto il rispetto per gli animali e la conoscenza specifica di chi ci accompagnerà per tutta la sua vita.
Il rispetto inizia con la scelta della razza: non bisogna assecondare un capriccio o decidere esclusivamente sulla base di un’onda emotiva o peggio valutare la scelta solo per la bellezza di una razza piuttosto che un’altra.
Nella selezione di un animale è importante considerare:
Specie – Razza – Composizione del nucleo familiare – l’ambiente in cui vivrà̀.
Nel nostro Paese, attualmente, quasi una famiglia su due convive con un animale d’affezione e più̀ di una su tre con un cane. Nonostante l’abitudine ad avere animali in casa sia consolidata, il rapporto con questi ultimi è ancora basato, nella maggior parte dei casi, sull’improvvisazione e sui luoghi comuni. Troppo spesso prevale l’errata convinzione che chiunque possa gestire un cane pur non conoscendo affatto le sue caratteristiche etologiche o peggio non avendo tempo a disposizione per ragioni di lavoro.
Al contrario, per operare una scelta consapevole e rendere possibile la futura convivenza, è necessario prima di tutto acquisire il maggior numero di informazioni storiche, etologiche e scientifiche sulle prerogative della specie e sulle esigenze di gestione del cane che si intende portare a casa.
Ancora TROPPO POCHE PERSONE si affidano per una semplice consulenza, ad un educatore cinofilo o un esperto in merito, PRIMA DI SCEGLIERE IL PROPRIO COMPAGNO DI VITA, ma solo dopo che sono sorti problemi comportamentali, cui a volte porre rimedio comporta un maggior dispendio di energie, tempo e denaro, senza avere la certezza del pieno risultato.

Scopri cliccando sull’elmo il corso in avvio il 22 aprile 2022

   

a cura di Andrea Circasso
Istruttore cinofilo E.N.C.I.

docente in Università Aperta

2021

Vai alle foto gentilmente prodotte da Alessandro Zanarini

Clicca sull’elmo….

Continua la produzione di Roberto Viaggi “blenderista” e socio di Università Aperta

Oggetti e luoghi visti in 3D. Da foto a modelli 3D (obj, fbx, stl) ottenuti con techiche di fotogrammetria (senza droni) e poi animati.

Clicca sull’elmo….

Mostra fotografica collettiva

Autori: Dante Davalle, Teresa D’Amore, Franco Ferretti, Barbara Lazzerini, Eleonora Marocchi, Marco Minarini, Maria Chiara Piccolo, Doriana Rambelli, Nicholas tedeschi, Gioia Toni.

 

Scopri cliccando sull’elmo i lavori dei nostri corsisti allestiti in stanze virtuali

“La curiosità di osservare l’anima del mondo per poterla fissare nel tempo. Questa è una delle motivazioni che spinge il fotografo, appassionato osservatore, a catturare frammenti di quell’anima. La mostra fotografica collettiva a tema libero che potete vedere unisce le curiosità di ciascun autore, creando un racconto che tratta di sogni, di spensierateza, di speranza, di rinascita e di noi anime in cammino che passeggiamo per le strade del mondo cercando sempre qualcosa su cui riflettere. (Eleonora Marocchi)”

a cura di Franco Ferretti
docente in Università Aperta di fotografia e post-produzione

2020

Un colloquio che continua

Avevamo premesso di non interrompere questo nostro contatto e siamo qui di nuovo per proseguire la nostra chiacchierata.Noi continuiamo a perlustrare la città alla ricerca di spazi sicuri, a interrogarci e a interrogarvi per capire come conciliare i vostri desideri con le possibilità pratiche di realizzazione, insomma come passare dai sogni alla realtà.Le vostre idee, le vostre richieste saranno perciò preziosissime per individuare nuove modalità (tempi, temi, durata, costi luoghi)Vi basterà una mail o un veloce passaggio in segreteria.

Giusto: la segreteria
Troverete tanti cambiamenti: alcuni di immagine, altri più sostanziali. Distanziamenti, sanificazioni di mobili e pareti ma…c’è anche altro. Mancano figure a cui certamente eravate abituati: non c’è ormai da tempo la precedente presidente, non c’è la precedente vicepresidente sig.ra Marzia Culot (delle cui dimissioni avete già avuto notizie attraverso la nostra rivista), non c’è la figura centrale della segreteria, il sig. Aldo Villa: la memoria vivente di tutta la macchina organizzativa che in ruoli diversi ha accompagnato Università Aperta fin dalla sua fondazione. Sempre presente era un riferimento prezioso per soci, corsisti, docenti, amministratori. Solo il lockdown l’ha convinto a un distacco arrivato improvviso. Ovviamente ci sono altri pronti a raccogliere il testimone per proseguire un percorso irto di insidie. Siamo certi che ognuno di voi conserva un ricordo personale di ognuno di loro e siamo impegnati più che mai nel difficile compito che ci attende.

Vi aspettiamo perciò con le vostre idee e il vostro desiderio di continuare questo cammino insieme. Sarà come recita il titolo di un nostro bellissimo corso, anche questo un modo di “Camminare per conoscere”

Gabriella Barbieri
Presidente Onorario di Università Aperta

Abbiamo bisogno di incontrarci, per ora lo facciamo così

Covid 19: da molti, troppo mesi ormai accompagna le nostre giornate. E’ una triste esperienza e ancora cerchiamo di capire come contenerla senza perdere la parte migliore della vita; la stessa idea di comunità nelle sue infinite declinazioni in cui la cultura occupa un posto importante, perché fa vivere la nostra mente e la nostra anima.E Università Aperta che ruolo gioca in questo contesto?
Detto in altre parole: “C’è ancora bisogno di noi? Dei nostri docenti? Dei nostri incontri? Delle riflessioni, della conoscenza approfondita di noi stessi, della storia e del mondo?”
Noi sentiamo che questi bisogni ci sono e sono ancora più forti perché ci aiutano a non inaridire oppressi dalla fastidiosa mascherina, in balia di vocaboli inconsueti (distanziamento/tamponi/virus/contagi…) con l’incubo sempre incombente di un nuovo lockdown.
I nostri docenti sono ancora con noi, tanti altri si sono affacciati sullo schermo del nostro computer con le loro proposte, ma ancora tanti problemi pratici aspettano risposte per renderle operative. Ma noi non ci arrendiamo, non vogliamo arrenderci e continueremo questo colloquio con voi per costruire assieme nuovi percorsi, ipotizzare nuove modalità, per non perdere il piacere di sentirci vivi e attivi, per costruire insieme il nuovo volto della nostra città.

Per questo ci ripromettiamo di continuare il nostro colloquio anche se a distanza e vi aspettiamo  alla prossima puntata

Gabriella Barbieri
Presidente Onorario Università Aperta

La resilienza della cultura in tempi di COVID-19

Patrizia Merletti, Consigliere di Università Aperta

Per secoli in modo sempre più veloce, interrotta solo sporadicamente in tempi e luoghi, la crescita economica ha permesso a tutti di usufruire di luoghi, beni, servizi che si davano oramai per scontati.

Pur se non è mai mancata la paura di guerre ed incubi di crisi climatiche e stravolgimenti ambientali in ogni dove, per parte di noi, nel proprio immaginario, tutto era percepito al pari di un parto della fantasia catastrofista di sceneggiatori cinetografici.   All’improvviso, senza bagliori, scoppi e distruzioni tangibili attorno a noi,  un virus sconosciuto ha coinvolto velocemente il mondo assumendo la violenza di una pandemia difficilmente arginabile.E tutti si sono dovuti isolare, per evitare il contagio: il “lockdown” ci ha fatto regredire al Medio Evo nell’accezione più barbara , come l’ha definito in teleconferenza il 21 ottobre il professor Emiliano Brancaccio durante la sua lezione del corso di Geopolitica organizzato da U.A col contributo del proff. Demostenes Floros. Una occasione questa per sviscerare le problematiche globali, non più in un contesto sociale, seduti spalla a spalla ad ascoltare un relatore in una sala convegni: 88 partecipanti collegati tra loro in rete hanno ascoltato, condiviso slides, posto domande, ciascuno, dalla propria stazione privata, scrivendole di getto al moderatore proff. Vittorio Lega che poi le riproponeva sintetizzandole al docente. Anche Università Aperta  si è dovuta  così confrontare con questo invisibile nemico che ha tolto nel 2020 la socialità all’uomo, in tutti i suoi ambiti del quotidiano: dagli incontri nel lavoro, alla formazione culturale, al godimento del tempo libero cioè di quel bene davvero prezioso che  ha liberato l’uomo dall’asservimento del lavoro per la sua pura sopravvivenza. Il Consiglio di Amministrazione della nostra cooperativa si è trovato così a programmare e poi gestire  nuove forme di comunicazione culturale a distanza e non più nelle consuete forme di socialità in presenza fisica, per continuare la pluridecennale esperienza  che ha caratterizzato la sua funzione nel nostro territorio. E’ una sfida ad uno status quo di pandemia, che vorremmo breve ma col quale bisogna  imparare a convivere per non farsi annichilire spiritualmente perchè sarebbe una sconfitta anche della scienza che si è sempre impegnata a salvare la vita. La cultura ed il saper comunque fruire  delle bellezze, naturali o artistiche che ci circondano possono essere una via per contribuire ad alleviare questi nefasti effetti. In periodi come questi, pur nel rispetto di tutte le regole di sicurezza, si può allora aver occasione di visitare mostre, luoghi storico/artistici, parchi naturalistici, abitualmente soffocati da resse di visitatori.  Ci si immerge allora nella Bellezza , in un’atmosfera quasi surreale che ci dà persino l’impressione di appropriarcene in esclusiva, quasi presi da una nuova sindrome di Stendhal.

Nota: l’immagine è un particolare della Predella del Polittico Griffoni riunito in mostra a Palazzo Fava (Bologna) – Francesco del Cossa XV secolo.

Omaggio di Roberto Viaggi “blenderista” e socio di Università Aperta

Oggetti e luoghi visti in 3D. Da foto a modelli 3D (obj, fbx, stl) ottenuti con techiche di fotogrammetria (senza droni) e poi animati.

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Il viaggio dell’uomo sta all’Odissea come l’uomo sta all’Arte

Patrizia Merletti, Consigliere di Università Aperta

 Credo che il mito di Ulisse possa essere visto anche come un’equazione che spiega il rapporto tra mito e realtà, tra radici storiche e aspirazione al rinnovamento: attraverso le molteplici forme di arte quel mito è stato infatti rielaborato nei millenni e in questi mesi si snoda nella mostra ULISSE, l’arte e il mito allestita nel complesso di San Domenico a Forlì.

In sostituzione della visita guidata che il Covid 19 ci ha impedito di realizzare in marzo, la mostra ci è stata ampiamente illustrata in una video-lezione dalle docenti di Università Aperta dott.sse Emanuela Fiori e Giovanna degli Esposti che hanno saputo farci cogliere le tante sfaccettature di Ulisse. Personaggio mitico che ha da sempre affascinato la sensibilità degli artisti per la determinazione di condottiero che non rifugge dall’inganno per raggiungere lo scopo prefisso, per la sua proiezione verso la conoscenza anche di ciò che potrebbe essere pericoloso per sè e per chi gli è compagno di avventura, per il suo saper essere narratore delle proprie esperienze e uomo che accanto al richiamo di Itaca per i suoi legami affettivi, si lascia sempre attrarre dai nuovi incontri.

Per 3 milleni letteratura, pittura, poesia ci hanno parlato di Ulisse nei diversi aspetti ed ora lo fa anche questa fascinosa mostra col filtro del cuore, della religione, dell’inconscio nella moderna presa di coscenza.

Questa prima visita ad un luogo d’arte dopo il lockdown per il Covid-19… è stata per me un tempo sospeso, un’apnea nel godimento del bello, un vero stupore negli occhi già entrando nella 1^ sala in cui ci si trova davanti alla Nave di Gela (IV-V sec. a.C.) ricomposta agli occhi dei visitatori, per la prima volta dal suo restauro, tra due rostri di bronzo ancora serranti gli antichi legni nodosi che li spingevano tra le spume delle onde marine. Onde peraltro create dalla suggestione sonora del sottofondo audio e dai tagli di luce che si riflettono sulle superfici specchianti : attorno statue greche, romane di Dei ed Eroi, un dipinto di un giovane Rubens (“Il giudizio degli Dei”), un rappresentazione del “Cavallo di Troia” di Mimmo Palladino, un antico elmo corinzio e busti marmorei di Omero, sempre corrucciato e forse pensoso su quel viaggio a cui la sua poesia ha dato vita perenne
Nelle altre sale….bisogna proprio andarci perchè è troppo bella questa mostra aperta fino ad agosto e resa ancora più affascinante dalle numerose citazioni letterarie di Ovidio, Dante, Tasso, Conrad, Melville, Joyce, per illustrare le tappe di un viaggio di cui ci restano indimenticabili protagonisti Polifemo, le Sirene, Circe,i Feaci,Penelope, Telemaco, i Proci e l’Isola di Itaca.

Suggerito dal Presidente Mario Faggella

Scritti nel 1869, i versi della scrittrice Kathleen O’Meara ( pseudonimo di Grace Ramsay, Dublino 1839-Parigi 1888)  sembrano parlarci del nostro attuale coronavirus … Speriamo che siano di buon auspicio!

Il CdA dell’Università Aperta ai tempi del coronavirus

Roberta Mullini, Consigliere di Università Aperta

Dopo un fitto scambio di mail tra tutti i membri del Consiglio di Amministrazione di Università Aperta su come e dove incontrarci per la riunione del 13 marzo, si era deciso di effettuare l’incontro online, tramite un programma che ammette qualche decina di partecipanti (il CdA è di 11 persone, per chi non lo sapesse). L’alternativa sarebbe stata una sala grande in cui tutti saremmo stati alla prescritta distanza di sicurezza. La scelta era stata fatta in tempi ancor relativamente non sospetti, quando non c’erano decreti e ordinanze che vietassero gli spostamenti senza un motivo più che valido. Certo, far funzionare UA è un motivo valido, ma in tempi così duri può apparire del tutto secondario, sicuramente non legato alla sopravvivenza. E bene facemmo a scegliere lo streaming, perché non ricordo con quale decreto notturno entrarono in vigore disposizioni restrittive sugli spostamenti, per cui la soluzione della sala-con-posti-lontani non sarebbe comunque stata agibile. Noi, quindi, grazie soprattutto alla perizia e alla lungimiranza di Marilena, alle ore 18 del 13 aprile 2020, eravamo tutti in linea, collegati, visibili gli uni agli altri. Be’, è vero, qualcuno si è affacciato allo schermo del computer con un po’ di ritardo, qualcuno ha avuto bisogno di una ‘chat’ amichevole che guidasse le mosse giuste per il collegamento, ma attorno alle 18.15, voila, tutti gli undici membri erano collegati, dal presidente alla ‘new entry’ più recente. Subito qualcuno ha fatto notare che era una delle poche volte in cui il consiglio era al completo: ci voleva il coronavirus a tacitare tutti i nostri mille altri interessi e farci trovare pronti alla discussione.

In tutti si avvertiva apprensione per la riuscita di questo incontro quasi sperimentale (ma Marilena era stata così brava e paziente che si era resa disponibile a fare dei collegamenti di prova con tutti al mattino), curiosità e – perché no – anche un po’ di divertimento. C’era chi era del tutto nuovo a questo tipo di comunicazione, chi era più esperto, chi addirittura scafato (evidentemente o per familiarità con i social media o per personali competenze tecnologiche), fatto sta che gliel’abbiamo fatta (e non solo a far l’appello, ma proprio a condurre un CdA a puntino). Addirittura, c’è stato anche un accompagnamento musicale: a un certo punto Walter ha preso la chitarra e si è messo a suonare, non tanto sovrapponendosi alle voci, quanto accompagnandole con arpeggi. Personalmente non ero al corrente che per le 18 c’era un invito in tutta Italia a un flash mob musicale di solidarietà con il personale degli ospedali impegnati contro il virus e solo più tardi ho letto la musica di Walter come partecipazione all’evento. Così, anche il CdA di UA ha, pur se un po’ indirettamente, condiviso il flash mob!

Al termine dei lavori, ci siamo tutti salutati, valutando molto positivamente l’esperienza appena conclusa. Ma non è finito tutto lì. Il giorno dopo, attorno alle 15, ho pensato di scrivere a tutti per ‘ringraziarci’ a vicenda dell’incontro della sera precedente e, con mia enorme sorpresa, circa tre ore dopo da Giuseppina sono arrivati non solo una risposta-condivisione della mia mail, ma anche un VIDEO contenente il montaggio delle nostre belle faccine intente a discutere l’OdG, con un sonoro davvero azzeccato e nello stesso tempo estremamente evocativo e struggente: è la voce di Ginevra Di Marco (penso) che canta “Tutto cambia”, la versione italiana di “Todo cambia” resa famosa da Mercedes Sosa, la cantante argentina – la “cantora popular” – che la dittatura militare negli anni ’70 del secolo scorso prima imprigionò, poi costrinse all’esilio. Quindi, sì, se il messaggio di Mercedes è anche profondamente sociale, per noi quel ritornello “Cambia, tutto cambia” viene a significare le trasformazioni, il rinnovamento (in questo caso assai positivo, a mio parere) a cui siamo chiamati a rispondere, perché, come dice la canzone, “Y así como todo cambia / Que yo cambie no es extraño” (così come tutto cambia, non è strano che cambi anch’io).

Un breve racconto scritto da Patrizia Merletti di Università Aperta

Al di là del nostro consueto immaginario, il Covid-19 ci nega la socialità che esalta l’umanità e meglio la caratterizza.

Ci impedisce, ad es., di poter vedere un monumento o la pelle di un quadro in mostra, di condividere l’emozione di quella percezione con chi ci è vicino e di scambiare l’esperienza personale con eventuali compagni di visita. Impedisce di complimentarsi l’un l’altro per un traguardo o una scoperta e persino di passare di mano in mano la torcia del fuoco sacro di Olimpia per i giochi.

In questa prolungata e quasi ossessiva situazione UA vuole continuare ad essere un’occasione per socializzare all’insegna della cultura, ora più che mai in cui dobbiamo stare in casa a proteggere noi e chi ci sta attorno, ma anche a salvaguardare i tanti patrimoni che quella stessa cultura ha prodotto in idee ed opere.

Per il momento Corsi e Viaggi in programma sono sospesi?

Subito il balsamo lenitivo: apriamo il sito ed andiamo a rivedere ciò che fino ad ora si è fatto: lo apprezzeremo ancor più perchè possiamo capire il grande valore delle esperienze condivise. Se con rimpianto sorgesse la domanda ..ma quando potremo di nuovo…?, attingiamo subito al patrimonio della memoria, delle documentazioni che libri, siti di musei e le stesse associazioni culturali come UA ci mettono a disposizione grazie anche alle nuove tecnologie

Sarebbe un’ottima occasione per riscoprire e condividere con un semplice whatsapp, coi social, coi telefonini o in streaming i frutti di questa esperienza, che la frenesia della quotidianità fino a qualche settimana fa ci aveva tolto il gusto di assaporare.

I corsi, i viaggi ?… vorremmo ovviamente che riprendessero al più presto ma se la cosa dovesse dilungarsi speriamo di poter contare su UA e sull’ apporto di nuove persone e nuove professionalità al mantenimento della nostra salute mentale.

Poichè tanti studi scientifici hanno accertato che il cervello va salvaguardato con costanti input all’ allenamento mnemonico e cognitivo, credo che anche la socialità della cultura può offrirci in questo momento di rientro nel privato, idee per nuove iniziative, spunti di formazione ed occasioni di reciproca fiducia.

La socialità umana, in fondo, è una Fenice che nonostante guerre, epidemie, calamità è sempre risorta come l’economia: proprio questa, anzi, potrà esser un utile esperienza, anche se dolorosa, per fornirci strumenti, per comprendere e per crescere.