Testimonianze nel nostro territorio dai Romani ai Bizantini

Tra il torrente Sillaro ed il Mare Adriatico, la nostra terra è ricca di storia fin dall’antichità; i resti archeologici ci testimoniano di un’area fecoda sia di attività agricole che manufatturiere ma nel periodo dell’l’Impero Romano con la realizzazione del porto militare di Classe presso Ravenna, l’indotto che ne derivò costituì il volano di uno sviluppo economico notevole.
Con la fondazione di Rimini ed alla costruzione della pedemontana Via Emilia – che per Roma fu prima limes e poi collegamento con la fascia Cisalpina e Transalpina dell’Italia – si era già definita l’importanza di questo territorio; la centuriazio romana, che nacque dal desiderio di ripagare i soldati degli sforzi nelle campagne di conquista di Roma, favorì lo stanziamento di genti con fondazione di centri nuovi abitati diffusi nel territorio. La costruzione del Canale litoraneo Augusteo, che collegava Rimini con Aquileia, altro importante porto sull’Adriatico e testa di ponte per tratte commerciali con l’Europa centro settentrionale, definì un’altra via d’acqua, più tranquilla e sicura del mare aperto soprattutto per il traffico mercantile e per i viaggiatori.
Con l’indebolimento dell’impero Romano e le successive invasioni di Goti ad altri popoli nomadi dal Nord la Romagna ebbe un periodo di rinnovato lustro sotto l’impero Bizantino del quale indubbiamente a Ravenna restano le vestigia più note e che saranno tema di un altro corso a venire nel successivo A.A.

Tutto ciò è stato illustrato nel corso tenuto dal docente Maurizio Molinari che in quattro lezioni, ognuna seguita da una passeggiata domenicale nei luoghi trattati, con visite presso siti e musei, ci ha raccontato e poi mostrato quanto la storia del passato ha segnato la Romagna.

Rimini.

Da “Ariminus”, antico nome dell’adiacente Fiume Marecchia, il centro abitato fu fondato nel 268 a.C., conobbe subito una notevole importanza dato in esso confluivano le via romane Aretina e Flaminia e da essa partiva la via Emilia; il Marecchia ed altri corsi d’acqua erano navigabili per un notevole tratto verso l’interno collinare e favorivano la penetrazione commerciale. Durante l’età Augustea, Rimini ebbe il suo maggor sviluppo; la fondazione poi del porto militare di Classe, portò a una grande richiesta di legno per la costruzione delle navi e così sulla fascia collinare l’attività di raccolta del legno divenne massiccia; i corsi d’acqua interni permettevano il suo trasporto a Rimini da dove poi veniva spedito a Ravenna. Rimini fu dotata di importanti infrastrutture come il ponte di Tiberio e mura difensive con Porte monumentali – delle quali oggi ci resta l’arco di Augusto -, templi, ecc.
Naturalmente a fronte della presenza di tanti traffici dovevano essere anche molti i servizi adeguati; ad esempio la presenza di un valente chirurgo che assistesse viaggiatori, cittadini ed ex combattenti, a cui erano stati assegnati terreni con la centuriazio per il veterani. Nell’area più a Nord di Rimini, a ridosso delle mura lungo la costa, che allora era spostata verso l’interno rispetto ad oggi, sono state individuate diverse domus risalenti al periodo che va dal I al III sec. d. C., a loro volta spesso sorte su altre preesistenti; una di queste era sede di un rinomato centro medico, da come si evince da epigrafi e oggetti rinvenuti. Grazie al fatto che la casa fu distrutta da un incendio e mai ripristinata, all’interno è stato ritrovato anche un set completo di ferri chirurgici abbandonati sotto le macerie che hanno protetto così anche gli splendidi e ricercati mosaici e suppellettili varie.
Un Museo nelle vicinanze del sito ha raccolto la collezione dei ritrovamenti.
Accanto alla domus del Chrurgo vi sono altre domus; in particolare una ha avuto una frequentazione successiva nel periodo bizantino come abitazione di un importante funzionario dell’impero d’Oriente e poi ancora come Necropoli posteriore infatti i ricchi mosaici pavimentali sono stati interrotti dalle inumazioni avvenute postume.

La romanizzazione della Pianura Padana – Russi

Dal II sec. a. C. Roma si espande a Nord e le terre che vanno dagli Appennini al Po sono fertilissime. I Latini pian piano le occupano sia per immigrazione dall’Italia centrale sovrapopolata sia per assegnazione ai veterani che tornavano dalle guerre di conquista.
La costruzione della Via Emilia che congiunge Rimini a Piacenza crea un asse di comunicazione la cui importanza sopravvive a tutt’oggi e divenne anche decumano di molte città sorte lungo il suo percorso. Al di fuori, verso la pianura, sorsero molte altre realtà urbane che erano lungo direttrici di comunicazione e mercati di scambi di merci agricole, sale, legno prezioso per i porti e l’ equipaggiamento delle navi.
Russi fu un esempio di questa realtà ed al di fuori dell’abitato, lungo un tratto di canale che poteva anticamente essere via d’acqua, si è scoperta una domus il cui impianto si è rilevato esemplare per la tipologia abitativa di “villa urbano-rustica” del territorio agricolo.
Il primo nucleo è realizzato già nel II sec a.C. È stato via via ampliato fino ad avere una villa a molteplici locali riuniti attorno a diversi cortili interni e collegati da corridoi. Oltre alla residenza padronale ed ai relativi ambienti di accoglienza, presenta stanze per l’alloggio di una figura che doveva avere ruolo di fattore, cucine, magazzini, aree di torchiatura del mosto di uve, una fornace e in ultimo anche terme. L’edificio era fornito di tre pozzi, in uno dei quali, vicino alle cucine, è stato trovato un mazzo di chiavi, caduto nell’acqua, legate da un anello che evidentemente si è cercato inutilmente di recuperare dato che è stato ritrovata anche una serie di ganci con il loro peso, anch’essi persi nel tentativo: vi immaginate i “bip, bip” per la perdita?!….tutto si trova con altri reperti al Museo Archeologico nell’abitato di Russi.

Sarsina

Siamo in una realtà collinare: lungo la valle del Savio che porta a Cesena si trova un affastellamento di strati sedimentari di rocce a formarae un terrazzamento naturale. Su di esso già dal IV sec. A. C. popolazioni Umbre Sapinatae hanno realizzato un insediamento di capanne prima e poi via via al di sopra una centro che aveva importanza perchè il Fiume era via d’acqua al mare per prodotti agro pastorali.
Quando i Romani cominciarono a occupare terre oltre la dorsale appenninica e si scontrarono con i Celti che occupavano la Pianura Padana questa comunità fornì aiuti militari in mezzi e uomini a Roma che la compensò favorendola nei rapporti commerciali; la città crebbe sempre più fino al periodo augusteo: la fondazione di Classe, porto di stanza della flotta imperiale sull’Adriatico, determinò grande richiesta di legname oltre che di prodotti alimentari ed attorno a Sarsina i boschi erano fitti tanto che le corporazioni dei mulattieri e dei fabbri erano tra le più ricche della città. La città crebbe ancora, furono fondati un nuovo foro, arricchito di templi (anche per culti orientali), terme, mura, ecc in marmo e non in mattoni ma tutto sorgeva sopra gli edifici più antichi i cui resti emergono sporadicamente per lavori di opere di urbanizzazioni o realizzazione di servizi alla città odierna, come un parcheggio, la cui area è stata lasciata aperta a mostrare alcune parti dell’antico foro. Ricca era la necropoli con tombe che spesso erano corredate da templi funerari monumentali.
Il Museo Asrcheologico è una vera chicca: oltre ai ritrovamenti di tombe e corredi vede ricostruiti al suo interno monumentali templi funerari, ambienti della vita nelle domus, dalle quali sono stati strappati mosaici di grande pregio, il tutto corredato da una collezione epigrafica, non solo funeraria, che è testimonianza del fasto che il centro ebbe: nel foro sono stati ritrovati resti di statue della famiglia imperiale, un onore riservato a ben pochi municipi romani!

Classe

Nelle precedenti lezioni e relative visite spesso si è citato il nome di Classe, Porto Militare romano della flotta imperiale nel Mare Adriatico.
Una grande infrastruttura che l’Imperatore Augusto volle creare ex novo conurbata a Cesarea e a Ravenna, che già aveva un porto consolidato ma che mal si adattava alle esigenze logistiche ed dimensionali che erano richieste ad uso della marina militare. Le risorse che una realtà di questo tipo richiedevano potevano essere captate solo da un entro terra ricco e strutturato come la Romagna, che vedeva la sua superficie organizzata tramite la centuriazio in cellule produttive, ognuna una fornte di approvvigionamento anche per Classe per prodotti agricoli, pastorizi, laterizi, boschivi, ecc.: ricordate Russi e Sarsina?
La zona era solcata da diversi fiumi (Bidente,Pantheum, Classatellum) e canali (Candiano, Augusteo) oggi in parte interrati o scomparsi, attraversati da ponti. Gli scavi iniziati nel XIX sec. hanno avuto impulso negli anni ’80 del XX ed hanno rivelato una realtà volta principalmente alle attività, commerciali ma anche manufatturiere.
Attenta era la realizzazione di opere di urbanizzazione come fogne.
Inizialmente ad un insediamento dove le banchine di attracco delle navi si alternavano a edifici adibiti principalmente a magazzini, collegati a terra con vie lastricate, si sono sovrapposti nel tempo anche attività produttive come fornaci e forni per la calce. Il periodo bizantino ha lasciato segni di diversificazione anche abitativa, che sicuramente arrivò fine al IX sec., in quanto poi il porto poi subì un lento interramento che ha fatto sì che a tutta l’area sparisse coperta da limo con la linea di costa che si allontanava a est.
Nel vecchio zuccherificio adiacente all’area di Classe si oggi realizzato il MAC (museo archeologici di Classe), museo che raccoglie in modo didattico multimediale i reperti che prevengono dagli scavi.